E’ un pregiatissimo crostaceo di grandi dimensioni, può raggiungere anche i 60 cm di lunghezza. L’astice è molto simile all’aragosta, dalla quale si distingue per il colore del carapace, che può essere tendente al blu o anche al verde brillante, e per la presenza di due grosse chele, la destra delle quali è più grande dell’altra. Le chele contengono molta carne, in particolare quelle dei maschi, che sono più grandi. Le femmine tuttavia, hanno l’addome più largo e quindi più ricco di carne tenera e gustosa rispetto a quello dei maschi. Per distinguere le femmine e i maschi, occorre osservare le pinnette poste presso l’attaccatura dell’ultimo paio di zampe: se sono morbide e flessibili l’animale è femmina, al contrario è maschio. Analogamente all’aragosta, anche per l’astice vale la regola secondo la quale gli esemplari di piccole dimensione hanno le carni migliori: più sono grossi, infatti, più queste diventano filamentose. Per quanto concerne la preparazione e i vari metodi di cottura le indicazioni sono le stesse che per l’aragosta, con la raccomandazione di tenere legate le chele per non rischiare di essere feriti. Anche per la pulizia è la stessa dell’aragosta con un solo passaggio in più: l’apertura delle chele. Per effettuarla, staccate le chele dall’astice tagliando le articolazioni con un robusto coltello, quindi rompetele con un martelletto, facendo attenzione a non schiacciarle; infine estraetene le carni a pezzi interi, servendovi dell’apposita pinza.
Per poter servire la polpa nel guscio, una volta cotto, incidete l’astice con un coltello lungo il dorso, partendo dalla testa. Staccate il filo intestinale servendovi di un coltellino ben affilato. Eliminate poi il sacchetto che contiene la sabbia, posizionato nella testa del crostaceo, quindi togliete con delicatezza la polpa, tagliatela a pezzi e disponetela nuovamente dentro il guscio per poi condirla a piacere.