20130423_172316DATTERI

E’ un mollusco bivalve della famiglia Mytilidae che deve il suo nome, a lithos (pietra) e phagein (mangiare), per la sua capacità di perforare le rocce per vivere al loro interno. Caratterizzato da una conchiglia equivalve, molto allungata e con le due estremità arrotondate, è di colore bruno castano e per questi particolari che ricordano il dattero si è visto assegnare il nome col quale è conosciuto da tutti.  Sulla faccia esterna delle valve appaiono sottili striature che evidenziano le linee di accrescimento. Il guscio è leggero e ricoperto da una fine membrana; il lato esterno delle valve, in mare, è fosforescente, mentre l’interno è bianco-azzurrognolo, quasi madreperlaceo. Vive all’interno di rocce calcaree corrodendole tramite secrezioni acide e si nutre di materiale organico che raccoglie estroflettendo una sorta di sifone al di fuori della galleria. Può raggiungere le dimensioni massime di 8-10 cm ed è stato calcolato che raggiunge la lunghezza di 5 cm dopo circa 15-20 anni; le popolazioni di dattero di mare possono raggiungere densità massime nelle pareti costituite da calcaree, fino a 300 individui/m², che si sviluppano perpendicolarmente, soprattutto lungo i primi metri di profondità (1-5 m). I fondali più minacciati dalla distruzione connessa alla pesca del dattero sono gli ambienti litoranei di falesia calcarea, che coincidono spesso con la localizzazione di numerosi parchi o riserve marine. In Italia crescono prevalentemente nel litorale spezzino e nel litorale pugliese del Tarantino. La pesca è molto invasiva e distruttiva nei confronti degli ambienti e dei litorali rocciosi che ospitano i datteri per pescarli infatti, si frantumano interi banchi di scogli. Per questo motivo, a seguito di una legge di qualche anno fa, per l’esattezza con il decreto n. 401 del 1998 questo manicaretto resterà nella memoria di coloro che lo hanno potuto assaporate ante legem. Questo mollusco a causa della sua lenta crescita ha da sempre scoraggiato gli allevatori, pensate che per raggiungere le dimensioni di 5 cm impiega quasi 18 anni. Tuttavia in Puglia è stato messo in atto il progetto di un allevamento che si occupa solo del “Dattero Bianco” una specie a crescita rapida. Se tutto questo dovesse essere approvato presto potremo tornare ad assaporare questa prelibatezza che sin dai tempi dei romani era considerato un piatto prelibato e succulento con proprietà afrodisiache.